La scomparsa di un mito: Beppe Cagnina
- Pubblicato: 26 Novembre 2020
Riceviamo oggi una triste notizia dalla società AICS Sestese Tennistavolo.
Giuseppe Cagnina è venuto a mancare agli affetti dei suoi cari e di tutti gli appassionati di tennistavolo che lo avevano conosciuto o ne avevano sentito narrare le gesta.
Nato nel 1940 a Firenze, atleta di livello nazionale, campione italiano juniores per due anni consecutivi nel 1956 e nel 1957 e campionate italiano juniores in doppio maschile nell’anno 1956 in coppia con Marmo.
Vince anche un campionato a squadre di serie B nel 1956 con i colori dell’Etruria Firenze insieme al compagno di tante avventure Renato Bresci (deceduto nel 2011 che si è distinto come campione italiano nel settore veterani in diverse occasioni) e a Bartoli.
Ha militato per molti anni nelle massime serie nazionali ed è riuscito ad adattare il proprio gioco all’introduzione del topspin diventando di fatto un fortissimo difensore con una gomma puntinata sul dritto ed una liscia sul rovescio con cui imprimeva terribili tagli alla palla e con cui riusciva con un movimento tutto personale a “schiacciare” la palla dalla parte del dritto spiazzando completamente i malcapitati avversari.
Giocatore sanguigno, ironico e pungente come molti altri toscani, un vero mito popolare, ha vissuto in quegli anni la rivalità con un altro grande giocatore toscano Gianmarco Filippeschi prima dell’avvento di Bosi, Malesci, Sardelli, Provvedi e i tanti giocatori che Firenze ha saputo generare in quegli anni settanta.
Ha giocato anche dopo aver avuto alcuni seri problemi cardiaci fino all’inizio degli anni ’90 per poi dedicarsi all’allenamento dei giovani e alla carriera dirigenziale nella AICS Sestese.
Unitamente al Comitato Regionale e al movimento pongistico toscano, rivolgo le mie più sentite condoglianze all’AICS Sestese Tennistavolo e ai familiari.
Luca Pancani
Vi allego alcune foto recenti di un incontro avvenuto alla Palestra Barsanti con tanti giocatori di quelli anni settanta.
Vi riporto di seguito anche due toccanti ricordi scritti da Stefano Bosi e da Luca Balleri che lo aveva eretto anche a protagonista di un racconto nel suo libro “I racconti dell'inimmaginabile”, intitolato “Quando riuscii a sconfiggere un mito”.
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Giorgio Barlazzi, il “maestro" di tanti di noi ragazzini, parlava del Cagnina come di un mostro inarrivabile, una specie di mito: ”è il miglior giocatore di Firenze” , diceva, e naturalmente tutti noi avevamo voglia di vederlo giocare e timore di incontrarlo.
Un giorno, però, un ragazzetto terribile di nome Fabrizio, che a tutti costi aveva voluto imparare un colpo nuovo: il top spin, lo incontrò ad un torneo fiorentino.
Il mito crollò….
Povero Beppe...
Di lì a poco Firenze avrebbe sfornato frotte di ragazzini “topspinners”…
Tanti grandi giocatori che avrebbero fatto non solo la storia della città, ma quella di tutto il Tennistavolo Italiano.
Firenze divenne, in poco tempo, la capitale di questo sport.
Ma Beppe non aveva problemi: trovò il metodo ed imparò la tecnica per controllare questo colpo per lui "terribile" e si rimise a giocare, a tagliare in difesa, ad attaccare (raramente) con uno stranissimo rovescio che “sfidava le leggi della fisica e della dinamica”.
Giocava ancora molto bene: si difese in seria A per qualche anno ancora, poi la B ed infine i campionati minori. I’ Cagnina “ummollava"….
Si muoveva spesso in coppia con Renatino Bresci, suo grande amico e “vittima” preferita.
Sì, perché Beppe era molto “Fiorentino”: aveva sempre la battuta pronta, il sarcasmo graffiante, il sorriso furbo di chi sa scherzare in modo equilibrato.
Proprio per il suo carattere scanzonato, era diventato amico di tutti i ragazzi "terribili” : si allenava con loro, ma giocava con tutti.
Credo di averlo visto , l’ultima volta, quando decidemmo di fare una cena con tutti i pongisti fiorentini: uno dei momenti più belli e toccanti della mia vita.
Lui era lì, con tutti, con ex campioni ritirati da anni, con chi non aveva mai passato un turno al campionato provinciale, con chi non si vedeva da 40 anni.
Scherzava, come sempre, prendeva in giro, rideva.
Era anche “bello” Beppe; e sapeva di esserlo.
Credo abbia spezzato più di un cuore fra le pongiste dell’epoca.
Ma era anche un “signore”. Un uomo galante ed equilibrato.
Una persona SERIA.
Ciao Cagnina, ci mancherai.
Stefano Bosi
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Ho appreso con sgomento la scomparsa del grande Beppe! Pensavo erroneamente che fosse immortale, tanti erano gli anni che lo conoscevo e altrettanti quelli in cui avevo sentito precedentemente riecheggiare più volte il suo nome da parte di tutti gli appassionati!
Divenni noto nel mondo del tennis-tavolo proprio grazie a lui, allorquando riuscii sorprendentemente a batterlo, da perfetto sconosciuto quale ero, nella finale regionale di Prato del 1980!
Allora non realizzai bene l'importanza di quello che ero riuscito a fare, ma me lo fecero capire nei giorni seguenti tutti i compagni di squadra del Cus Firenze!
Addio Beppe! Con la tua scomparsa se ne va anche un pezzo importante della mia gioventù e della mia vita sportiva!
Servirebbero di questi tempi persone dotate della tua genuinità e della tua passione senza limiti, ma in assenza totale di qualcuno che ti assomigli non mi resta altro che aggrapparmi al tuo ricordo!
Luca Balleri
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